Le sanguisughe sostituiscono i farmaci?

sanguisughe in medicina

Si conoscono fin dall’Antico Egitto e sono state riscoperte da pochi anni come rimedi alternativi alla medicina convenzionale: si tratta della cura di numerosi disturbi attraverso le sanguisughe.

È un animale per certi versi disgustoso, che incute ribrezzo in quanto “succhia il sangue” umano per nutrirsi. In realtà in passato era un antico rimedio per purificare il sangue, (il salasso) con effetti benefici su tutto l’organismo, usate spesso per i disturbi legati alla circolazione venosa, quindi per chi soffriva di vene varicose, ma anche per disturbi articolari di varia natura. Un tempo si attaccavano alle donne per curare i malumori e mandar via quelli malefici.

Pure superstizioni o storielle?

Oggi, si sta affacciando questa cura, nella medicina ufficiale, specialmente in America, dove è in atto un acceso dibattito in merito ai benefici testati dalle sanguisughe. Secondo uno studio condotto dalla Duke University, esse sono capaci di velocizzare la cicatrizzazione delle piccole vene del polso e della mano, in seguito ad intervento chirurgico di impianto d’organo dovuto ad incidenti sul lavoro o stradali.

Le sanguisughe, dopo aver morso la pelle, iniettano una sostanza contenente anticoagulanti e sostanze antibiotiche, riducendo la pressione arteriosa dovuta alla perdita di sangue. Il salasso elimina il dolore o lo diminuisce notevolmente, in quanto la sostanza iniettata riduce l’edema.

allevamento sanguisugheAnche in Italia, si è sperimentata una cura a base di sanguisughe, in grado di sostituire i farmaci coagulanti. Nell’Ospedale di Legnano (Milano), le sanguisughe sono state allevate in vasca e somministrate ai pazienti sottoposti ad interventi chirurgici alla mano, insieme alle terapie convenzionali, per accelerare il decorso post operatorio. Non hanno effetti collaterali e sono ben tollerate dagli scettici pazienti.

Il problema principale dei pazienti operati alla mano è la stasi venosa dovuta ad una cattiva circolazione sanguigna. Così, la sanguisuga, ha un ruolo determinante: stimola il microcircolo, aiutando il paziente a guarire in fretta. La sostanza iniettata è l’eparinoide, riesce ad evitare il coagulo consentendo al paziente un decorso post operatorio senza rischi, con la piena funzionalità della mano.

Perché ricorrere a questo animale?

In quanto rispetto al farmaco, la sanguisuga agisce dove c’è bisogno.  Il farmaco ha controindicazioni che ricadono su organi diversi in tutto il resto del corpo (intestino, stomaco, cervello, ecc.).

Quanto sangue viene “succhiato” dalle sanguisughe? C’è rischio di collassare?

Occorre pensare che la sanguisuga, si stacca da sola appena è sazia, per cui il morso non è perenne. Teniamo presente che durante un prelievo del sangue per una donazione vengono prelevati circa 400 ml di siero, con l’applicazione delle sanguisughe vi è lo stesso quantitativo, per cui vi è lo stesso rischio collasso. Gli usi possibili potrebbero essere quelli della cura dei traumi articolari, borsiti, tendinopatie, problemi al menisco e ginocchio. Grande uso viene fatto dalla medicina alternativa come la naturopatia, l’ayurveda, già conosciuta in India come rimedio alla cicatrizzazione di ferite complesse. Se la sperimentazione ancora in atto, riuscisse a confermare i numerosi benefici, anche la medicina convenzionale potrebbe utilizzare le sanguisughe come terapia per patologie differenti.

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